Quanta lontananza sopporta, di quanta distanza ha bisogno?
Non può essere che il tentativo di convivere con e oltre le frontiere,
fallito su scala mondiale, sia riuscito nelle nuove forme di amore e di
famiglia?
«Alex ha appena compiuto tre anni, è curiosissimo e molto attivo. Ama
il müsli, le patatine fritte e ancor più le sue automobiline. Ieri ha
ricevuto in dono un grosso autobus rosso e stamattina l'ha mostrato
subito ai nonni che lo amano più di qualunque altra cosa al mondo. Lo
vedono tutti i giorni, ogni mattino passano con lui un quarto d'ora, a
volte anche mezzora: 'il momento dei nonni', un rituale fisso, tenuto in
grande considerazione e rispettato, un momento soltanto dei nonni e di
Alex.
La normalissima felicità di una grande famiglia? Sì e no. I
protagonisti vivono a migliaia di chilometri di distanza fra loro, i
nonni a Salonicco, Alex a Cambridge, in Inghilterra. Chattare su Skype
permette al nonno e alla nonna di essere nella cameretta del nipote,
mentre porta Alex a Salonicco, benché ciascuno rimanga nel proprio
luogo: amore alla massima distanza come amore nella massima prossimità»:
le famiglie globali sono caratterizzate da relazioni che convivono al
di là dei confini nazionali, religiosi, culturali, etnici, dove troviamo
uniti elementi che apparentemente insieme non dovrebbero stare. Eppure
sono queste esperienze, sempre più comuni, a ridisegnare il mondo e i
sentimenti.
La società globale irrompe in relazioni e famiglie normali, portando scompiglio, confusione, stupore, piacere, gioia, fratture e a volte anche odio: viviamo in un mondo nel quale la persona più amata è spesso lontana e quella più distante sul piano affettivo è invece la più vicina nella realtà.
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