Sono qui raccolte alcune fra le più belle
liriche di Caproni per la moglie e quindici lettere di una
corrispondenza fra Rina e Giorgio in cui emerge la storia di un rapporto
d’amore e di una famiglia.
C'è una particolare sintonia tra i due, che potremo chiamare “il governo
della casa”, uno scambio continuo su contingenze di economia domestica e
accanto pudiche dichiarazioni sentimentali: si entra nel quotidiano
della vita di allora, con tante piccole cose, che danno il sapore di un
forte legame e di una coppia, attenta alle ragioni composte di affetto e
di praticità.
"Caproni, poeta impossibile ad affratellarsi, è forse anche per questo un poeta profondamente in bilico: fra ripiegamento lirico e narrazione antilirica e deidentificata, fra negazione brutale e leggerezza suadente, fra novecentismo e antinovecentismo, fra nichilismo e umanesimo non ha mai inteso realmente decidere né creduto di doverlo o poterlo fare, consapevole com’era dei limiti di ciascuno dei corni e oscillando, spesso strettamente, fra essi. Un poeta «di centro», in un senso virtuoso del termine: di un centro instabile, dinamico, progressivo. Di qui, una delle fonti non solo della sua grandezza ma della sua fortuna."
Vincenzo Ostuni
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