L’autore presenta lo svolgersi del suo lavoro sul tarantismo, dalle
prime inchieste alla collaborazione con la regista Annabella Miscuglio
per la realizzazione del film documentario Morso d’amore (1981), alle
ultime interviste e verifiche degli anni Novanta. Racconta la propria
esperienza di ricercatore, nato e cresciuto nei luoghi e nella cultura
su cui indaga, che si ferma sulla soglia del rito nel timore di esserne
catturato e di non potersene allontanare. L’autore, quindi, più dei
suonatori terapeuti, più delle tarantate stesse, si offre come
protagonista di una ricerca a ritroso dei simboli e dei luoghi
magico-rituali frequentati da bambino: quasi un esorcizzare
razionalizzante per poter unificare le due anime, quella di portatore
conoscitore dei fenomeni della propria etnia e quella di ricercatore e
studioso degli stessi.
Nessun commento:
Posta un commento