Teso come un thriller, forte di un montaggio
cinematografico che tiene incollati alla pagina, L'amore che dura è la storia
di un amore nato al tempo della rivoluzione femminista. Lidia Ravera coglie con
esasperata sensibilità gli slittamenti della vita di coppia, interrogandosi
sulle ragioni del sentimento amoroso: dura quando l'altro è il fantasma che
insegui e che ti insegue, il tuo pezzo mancante? «C'è chi ha bisogno di amare e
chi no. C'è chi ha bisogno di amare a sedici anni e dopo no. C'è chi si sazia
di realtà e non ha più spazio per il sogno. E se sei sazio di realtà, vedi i
tuoi contemporanei per quello che sono. Donne e uomini.» Non è un appuntamento
d'amore, quello che si sono concessi Emma e Carlo. È piuttosto una resa dei
conti. A quarant'anni da quando hanno scoperto l'amore insieme, a vent'anni
dalla fine del loro matrimonio: quando Carlo è volato a New York a sfidare se
stesso ed Emma è rimasta a Roma, a insegnare in una scuola di borgata. Oggi lui
è un regista quasi famoso, lei un'idealista fuori dal tempo. Lui ha girato un
film che racconta con nostalgia la loro love story adolescente, lei l'ha
stroncato su una rivista online. Lui si è offeso, lei è pronta a scusarsi. Ma
quella è la colpa minore. L'altra, ben più grave, si è piantata fra loro come
una spina. Lui non la immagina neppure, lei vorrebbe confessare ma non sa come.
All'appuntamento va in bicicletta, difesa da un gilet di velluto vintage,
armata di una borsa a bandoliera che contiene quattro quaderni neri traboccanti
di verità. Ma la resa dei conti non avrà luogo. Un incidente la impedisce, o
forse la ritarda soltanto. Resta il mistero dell'amore che dura, che resiste,
anche se più Carlo ed Emma si allontanano dalla prima giovinezza più aumenta la
distanza fra loro. Che cosa continua a tenerli legati dai movimentati anni
settanta fino al disincanto del presente? Quella che Emma chiama la chimica dei
corpi? O qualcosa di più misterioso e tenace?

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