Eros e ironia sono le costanti di questa raccolta poetica.
Scriveva Antonio Porta: «Di Davico Bonino, esemplari mi paiono Flegeljahre, dove una relazione “non amorosa” viene sapientemente filtrata fino ad essere ridotta alla sua drammatica vacuità, e Prima cronaca generale,
in cui i discorsi fatti e ascoltati diventano così taglienti da far
nascere sotto l’affannato chiacchiericcio “culturale” il sospetto assai
corposo di una grande inconfessabile menzogna.»
Da allora ad oggi
l’autore ha lavorato anche su materiali poetici altrui – Burchiello,
Berni e i berneschi; gli epistolari amorosi tra Cinque e Ottocento;
Vincenzo Monti e le sue smanie; i grandi protagonisti delle avanguardie
storiche; i filosofi francesi degli ultimi decenni – ed è giunto con
divertito esercizio demistificatorio a smascherare quanto l’Eros
contenga in sé di simulato e di illusorio.
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