L’incontro
fra Anna Achmatova e Amedeo Modigliani nella primavera del 1910, sullo
sfondo dell’esuberante vita parigina che attrasse qui molti talenti da
tutto il mondo. In un quotidiano confronto artistico e intellettuale con
celebri personalità quali Léger, Picasso, Soutine, Diego Rivera e...
Lev Trockij! Fra i pittori di Montparnasse, i Balletti Russi, il
Quartiere Latino e i viali dei Giardini di Lussemburgo. Amedeo
Modigliani s’innamora di Anna in un celebre caffè dov’è accompagnata dal
primo marito, il poeta Nikolaj Gumilëv. Questo improvviso colpo di
fulmine coincide con il primo mese di matrimonio di Anna.
La
relazione sentimentale fra Anna e Amedeo è effervescente e naturalmente
viene tenuta nascosta. Presto Anna ritorna in Russia, dove il ricordo di
Amedeo le ispira alcune delle sue liriche più famose. Sarà di nuovo a
Parigi nel 1911, e questa volta non accompagnata dal marito!
L’irrefrenabile passione di questa seconda stagione della loro
peccaminosa relazione viene "sublimata" da Modigliani in alcuni dei suoi
più audaci e meno noti schizzi a matita, che ritraggono l’Achmatova
nella posa della Maja Vestida e della Maja Desnuda del Goya.
Modigliani morì molto giovane di tubercolosi, nel 1920. Anna Achmatova
visse invece a lungo per divenire il simbolo della poesia russa del XX
secolo (apprezzata anche in Italia, Inghilterra e Francia). Dopo decenni
di sofferenze e persecuzioni politiche, dopo la tragica morte dei tre
mariti e l’imprigionamento del figlio nei lager staliniani, la poetessa
compì un nuovo viaggio a Parigi, tornando a visitare quella Rue
Bonaparte dove aveva vissuto i momenti più intensi del suo amore per
Modigliani.
"Lei è in me come un’ossessione…"
– Amedeo Modigliani –
"Al posto di una pacifica gioia volevamo un dolore che mordesse…
no, non lascerò il mio compagno dissoluto e tenero."
– Anna Achmatova –
"No, non era una bellezza. Ma era più, era meglio di una bellezza.
Non mi era mai capitato prima di vedere una donna il cui viso e tutta
la persona spiccasse ovunque, anche fra le più belle, per la sua espressività,
la sua autentica spiritualità, qualcosa che catturava subito l’attenzione…"
– Georgij Adamovič –
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