Il
volume ricostruisce le vicende legate al barbaro assassinio di sette
persone avvenuto a Los Angeles le notti del 9 e 10 agosto 1969.
Al numero 10050 di Cielo Drive, trovarono la morte cinque persone, di
cui quattro notissime nel mondo dorato di Hollywood e un ragazzo
trovatosi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
La notte successiva, al numero 3301 di Waverly Drive, trovò la morte una normale coppia di benestanti, i LaBianca.
Tra le vittime spiccava l’attrice Sharon Tate, moglie del regista Roman
Polański, all’ottavo mese di gravidanza. Con uno straccio intriso del
sangue dell’attrice, la Famiglia Manson scrisse sulla porta della villa
"pig" (maiale) e, sul frigorifero dei coniugi LaBianca, "Helter
Skelter".
Questo volume inizia dalla scoperta dei cadaveri delle vittime e finisce
con un’attenta valutazione storica di una vicenda che ha ormai superato
i ristretti limiti della cronaca: uno sguardo ai luoghi e ai principali
protagonisti a cinquant’anni di distanza dagli eventi.
Un racconto che prende in esame gli aspetti più controversi della
vicenda ancora oggi oggetto di dibattito e polemiche, dalle schermaglie
legali alle propensioni autodistruttive di Hollywood per finire con le
infantili utopie della controcultura.
Un contesto che bisogna far risalire alla "rivolta" comportamentale e letteraria della cosiddetta beat generation
che spiana la strada alla rivolta antisociale, antisistema e musicale
degli hippie, che a sua volta sfocerà nelle marce, e violenze, contro la
guerra in Vietnam e nei raduni nel segno dell’amore libero, della droga
e del rock ‘n’ roll.
"Questi bambini che vengono da voi armati di coltelli sono i vostri figli,
voi li avete educati, non io, io ho solo cercato di aiutarli a rialzarsi…
Non provo nessun senso di colpa perché
non vedo niente di sbagliato in quello che ho fatto…
Ho sempre detto: ‘Fai quello che ti dice l’amore’,
e io faccio quello che l’amore mi dice."
– Charles Manson –
"La Famiglia che viveva allo Spahn Ranch non era altro
che una banda di robot vagabondi, pedissequamente obbedienti a un uomo
e un uomo solo, il loro padrone, il loro capo, il loro dio, Charles Manson…
Era il maharaja dittatoriale di una tribù di schiavi leccapiedi
che erano estremamente felici di eseguire i suoi ordini.
La Famiglia di Charles Manson predicava l’amore
ma praticava omicidi selvaggi a sangue freddo."
– Vincent Bugliosi –
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