Per tanti
anni i ricercatori hanno sottovalutato l’importanza nella storia sociale
dell’aspetto sentimentale e sessuale nelle relazioni, una componente
che spesso ha determinato scelte e comportamenti, contribuendo a
stabilire costumi e modalità di interazione.
Jacques Solé ha studiato, ricostruito e raccontato come amavano i nostri
avi, dal Rinascimento alla Rivoluzione francese, riscontrando il
costante controllo dell’amore e del sesso da parte del potere e la
tutela del matrimonio come strumento di stabilità sociale.
E il libertinaggio? L’adulterio? Se lo concedevano alla luce del sole
gli aristocratici, che facevano legge del proprio comportamento, o,
all’opposto, i miserabili, che non avevano nulla da perdere. I borghesi,
invece, che si sentivano il cardine della società, hanno sempre baciato
solo clandestinamente.
Partendo dal XV secolo, nel quale la risposta al binomio unione
coniugale-difficoltà economiche era il matrimonio ritardato, l’autore
studia i vari aspetti che hanno caratterizzato la sessualità in
Occidente. Vi è un’attenta analisi delle pratiche e delle perversioni
sessuali più diffuse, di quelle che all’epoca erano considerate devianze
e delle prassi igieniche in Età moderna. Solé, poi, si sofferma sul
ruolo del Cristianesimo, che, attraverso i suoi rigidi precetti, ha
contribuito allo sviluppo di un odio nei confronti del corpo, generando
una risposta sessuale alquanto violenta, riscontrabile nelle torture
fisiche ai danni di cosiddette streghe o individui colpevoli di
comportamenti fuori dagli schemi.
Attraverso dati demografici, diari, saggi e testimonianze illustri,
ricaviamo un quadro completo della sessualità di quei secoli, fino ai
capitoli finali, che illustrano il contributo dell’arte e della
letteratura all’erotismo.
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